Tutto nacque da un’idea tanto semplice quanto geniale. La Banchina Fucile, che oggi accoglie centinaia di mega yachts l’anno nel porto di Viareggio, è un servizio di fondamentale importanza sia per gli armatori che per il nostro territorio.
L’incipit di questa appassionante storia fu scritto quando il giovane Michelangelo Fucile, originario di Messina, arriva a Genova e si rende conto dell’importante movimento di barche esistente e della necessità di riunirle nella stessa banchina fornendo loro servizi. Così chiede la concessione del Molo Ciano ed avvia una importante e prolifica attività.
Michelangelo Fucile
Ma l’amore lo porta a Viareggio, dove conosce Lelia, diventata poi sua moglie. Una bellissima storia d’amore quella di Michelangelo e Lelia, per la quale il romantico siciliano si fa addirittura il Passo del Bracco in bicicletta pur di riuscire a vederla.
Nel 1953 Michelangelo si trasferisce definitivamente a Viareggio, portandosi dietro l’esperienza acquisita con la gestione del Molo Ciano, sul quale aveva imparato a rispondere alle esigenze degli armatori che ormeggiavano in quelle acque.
Sicuro del suo sesto senso che lo vedeva proiettato nel futuro della nautica, a Viareggio riesce a farsi rilasciare la prima concessione demaniale nel 1953. In quegli anni in questa zona era tutto da ricostruire e sminare a seguito dei bombardamenti, ma la giovane coppia non si dà per vinta e costruisce la banchina portandosi dietro il know-how di Genova e i clienti importanti che la frequentavano.
Da quel momento la storia della società è tutta in salita: dopo un’attività di dieci anni svolta nel porto come broker e gestore di servizi all’ormeggio per yacht e motoryacht, nel 1964 viene istituita, in maniera definitiva, la Yacht Broker Srl, la cui gestione amministrativa e legale viene affidata fin dagli inizi alla moglie.
La Signora Leila mantiene il controllo fino al 2006, anno in cui passa alla figlia Michela Fucile. “La serietà lavorativa con cui la società si è presentata al pubblico è stata premiata da una crescita costante e continua che in termini di bilancio si tramuta in guadagni attivi” afferma la titolare Michela Fucile. “Gli ottimi rapporti stabiliti negli anni con tutti gli operatori specializzati nel settore nautico e con le agenzie marittime ci permettono di fronteggiare ogni tipo di richiesta, mettendo in contatto coloro che ne hanno bisogno con gli addetti specifici, fornendo ormeggio e servizi”.
DA SOPHIA LOREN AL PRINCIPE ARABO AGA KHAN
Michelangelo è stato senza dubbio uno dei principali pionieri dell’accoglienza degli yachts e motoryacht a livello nazionale, costruendo a Viareggio lo scivolo delle barche e le due banchine, attrezzandole nel tempo con colonnine per l’erogazione di elettricità ed acqua potabile, selezionando una clientela che ad oggi vanta ancora grandi nomi.
Fin dagli esordi la banchina è stata infatti frequentata da personaggi illustri del panorama nazionale ed internazionale: da principi arabi e nobili italiani passando ad imprenditori di grido, attori, personaggi dello spettacolo e dello show business nonché calciatori e magnati dell’economia mondiale. Solo per fare qualche nome del passato – sul presente non è possibile sbilanciarsi per motivi di privacy – da qui sono passati e rimasti ormeggiati a lungo Gianni Agnelli con la sua storica barca a vela “Capricia”, e ancora il principe arabo Aga Khan e il Cavalier Silvio Berlusconi. Qui ha ormeggiato anche la celebre “Istranka” che appartenne a Josip Broz noto con il nome di battaglia Tito durante la guerra partigiana, presidente jugoslavo. Ai tempi del dittatore lo yacht ospitò tra gli altri la croata Sylva Koscina e Sophia Loren, entrambe scese alla Banchina Fucile.
La banchina fucile oggi
E ancora, la barca completamente in legno di Guglielmo Marconi battezzata “Elettra” come la figlia, Principessa Giovannelli, da sessant’anni habitué della Versilia e di Forte dei Marmi; nomi del calibro di Claudio Villa, Fred Bongusto a bordo del suo motoscafo e la celebre attrice Marilù Tolo. Ha fatto tappa qui anche “La Vagabunda”, una meravigliosa barca a vela in legno che apparteneva a Mister Galbani, industriale del settore caseario.
“Una delle caratteristiche della nostra attività è proprio quella di interfacciarsi con personalità molto famose per le quali viene richiesta discrezione ed anonimato, condizioni imprescindibili per garantirsi la fidelizzazione di questo tipo di clientela” spiega Michela.
LA BANCHINA OGGI
Anche quella del 2018 è stata un’estate ricca di passaggi e permanenze alla Banchina Fucile. Una clientela senz’altro eterogenea che ha visto una movimentazione dei soli mega yachts (da 40 a 80 mt) che si è aggirata intorno alle 80 unità. La maggior parte batte bandiera estera (principalmente russe, arabe, maltesi e del Commonwealth) ma non mancano i numeri nazionali. Grande movimento per i charter che si trovano a lavorare moltissimo con i nuovi ricchi dell’Est.
“Viste le numerose richieste alle quali purtroppo abbiamo dovuto declinare per motivi logistici, il porto ha comunque sostenuto un bel movimento che si ripercuote sicuramente in tutta la filiera dei servizi dedicati alla nautica e non” afferma la Fucile. “Questo comporta una ricaduta economica a pioggia su tutte quelle attività connesse alla ricezione turistica in generale nonché sulle aziende artigiane specializzate nei lavori di refitting, riparazione e fornitura di materiale, attivissime nel periodo estivo grazie al transito di questa tipologia di imbarcazioni. Questi collegamenti sono sostenuti da una rete di imprese anche lontane dalle coste toscane che con grande fatica degli operatori del settore riescono a tenerle insieme con lo scopo di dare una idea positiva di unicità del prodotto del nostro Paese”.
“A tale proposito – conclude - auspichiamo nell’abbandono di quella pratica di criticare la realtà, spesso ricca di buoni propositi e strutture che funzionano. Cominciamo a vedere positivo e soprattutto ad innescare la marcia verso un reale miglioramento nella coordinazione fra tutti gli operatori dei vari settori”.