Giovanni Paoli oggi è un uomo adulto e di professione fa l’arredatore. Negli anni Settanta era un giovane studente, che trascorreva le serate estive fra il Bar Cervetti, La Bussola e, appunto, Bussoladomani. Non sapeva di essere in mezzo alla storia: scattava foto ai big della musica che si avvicendavano sotto quel tendone. In oltre dieci anni ha messo insieme uno straordinario archivio fotografico. Gli abbiamo chiesto una testimonianza.
Ero poco più che ventenne quando si alzò al cielo la prima tenda di Bussoladomani, nuova sfida del grande Sergio Bernardini. Mi ritrovai con una, poi due macchine fotografiche al collo, sembravo un fotoreporter di quelli veri! Le foto, in cambio, venivano utilizzate dall’ufficio stampa per il giornalino promozionale e per i quotidiani. Da me, con la pellicola b/n a metraggio, realizzavo i rullini, scattavo le foto, le sviluppavo e stampavo le immagini più adatte nel torpore della classica luce rossa.
Ricordo bene Renato Zero: una volta ci fu una serata con Cocciante (dico: Zero e Cocciante nella stessa sera…). Ebbene, Riccardo fece una seconda parte da urlo, col pubblico che in maggioranza era di Renato. Fu allora che Renatino capì che era meglio inventarsi qualcosa, e salì sul palco a cantare alcuni pezzi seduto al piano con Cocciante… uno spettacolo!
Mina invece era molto riservata, quando era in Versilia trascorreva pomeriggi a fare le prove per mettere tutto a punto. Incuteva grande rispetto. La ricordo nei camerini, in attesa di salire sul palco: aveva un piatto di tramezzini e una bottiglia di whisky, mangiava e sorseggiava. Pensavo: adesso come fa a cantare? Invece poi tutte le sere la performance era perfetta.
Nella categoria “matti da legare” ricordo lo spettacolo di Grace Jones, con coreografie attualissime anche oggi. Una sera entrò in platea, si avvicinò ad un traliccio di sostegno del teatrotenda e cominciò a salire, vestita da leopardo, per una decina di metri, sempre col microfono in mano: fu il delirio collettivo!
Barry White, grandissima voce del momento. Ma non era molto chiaro cosa avrebbe potuto fare in termini di pubblico. La serata fu un successo clamoroso, allora la mattina dopo fummo tutti sguinzagliati per la Versilia, con megafoni e auto scoperte, per pubblicizzare il famoso bis.
Bernardini era un “animale” estremamente sensibile che sapeva fiutare l’aria come pochi. A mio avviso però non era un attentissimo conoscitore del mondo dello spettacolo, ma da vero impresario sopperiva a questa carenza contornandosi di figure esperte e da manager di livello internazionale.
Testo e foto di Giovanni Paoli
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