Circondato dalle Alpi Apuane, ultimo avamposto del comune di Stazzema, in alta Versilia, Pruno è uno di quei luoghi dove il tempo sembra essersi fermato. Passeggiare per le sue viuzze strette è come entrare in un’altra dimensione. Ma appena la visuale si apre un attimo, la montagna appare in tutta la sua maestosità, regalando un panorama mozzafiato: a sinistra la Pania della Croce, a destra il Monte Procinto, dove si trova uno dei più antichi e impegnativi sentieri ferrati delle Alpi Apuane, inaugurato addirittura nel 1890.
E ogni 21 giugno, giorno del Solstizio d’Estate, si ripete un rito eterno, momento indimenticabile: il disco solare che si vede transitare entro l'arco naturale del Monte Forato. In quegli attimi il mondo si ferma di fronte ad un autentico spettacolo della natura.
La favola di Pruno
Un luogo magico Pruno, racchiuso fra le montagne e il mare della Versilia. Un luogo di pace e tranquillità a non più di una ventina di minuti dalla movida del Forte. Da Querceta si imbocca la provinciale 9 in direzione Seravezza, poi dopo un paio di chilometri si gira a destra verso Pontestazzemese e da qui ci si inerpica fino a Pruno in mezzo a boschi di castagni.
Un tempo, quando nell’antico borgo vivevano quasi 600 abitanti, molti di questi erano coltivati.
E chi non faceva il contadino si guadagnava da vivere lavorando duro nelle vicine cave di marmo. Poi, con la strada, arriva anche il progresso e in molti se ne scendono a valle. Oggi gli abitanti sono 94: da Martina, che con i suoi 4 anni è la più giovane abitante del paese, fino ad Ernesto, che ne sta per compiere 104. Due generazioni opposte, uno memoria storica, l’altra motivo di speranza per il futuro di Pruno.
Cultura, storia e tradizione
Visitare Pruno è come fare un salto all’indietro nel tempo. La pieve romanica è del XIII secolo, mentre la torre campanaria, che è alta 22 metri, custodisce tre campane, tutte fuse da Bimbi di Fontanaluccia nel luglio 1887, che fino a poco tempo fa venivano suonate manualmente.
Peccato che una grande tradizione sia andata perduta: quella del Presepe vivente che veniva allestito il 24 dicembre dagli abitanti del paese, che aprivano le porte delle loro case per mostrare ai visitatori la vita del paese ai primi del '900.
Di antichi riti ne rimangono due. La festa in occasione della Befana, nella serata del 5 gennaio, quando un corteo con musica e balli percorre tutto il paese. E la festa del Solstizio d'Estate, che oltre alla magia del Monte Forato regala concerti, spettacoli di strada, balli, conferenze di storia e cultura locale, oltre ad assaggi di specialità gastronomiche locali insieme alle comunità di Cardoso e Volegno.
Il regno delle escursioni
Per gli amanti del trekking non c’è che l’imbarazzo della scelta. Passeggiate che partono tra i boschi di castagno e si dirigono fino alle vette delle Apuane. Da Pruno parte il sentiero CAI numero 122, che conduce agli alpeggi sopra il paese, tra cui la località Le Caselle. Da qui è possibile raggiungere il rifugio Giuseppe Del Freo, situato alla Foce di Mosceta (1180 metri), da cui partono i sentieri per la Pania della Croce (1858), per il Monte Corchia (1677) e per il Monte Forato (1230). Da non perdere, nei meandri del Corchia, l’incredibile reticolo di gallerie, uno dei sistemi carsici più sviluppati d'Europa, visitabile in parte anche grazie ad un percorso turistico.
E se amate il brivido non vi perdete il salto nel vuoto con l’altalena sul monte Forato.
Non mancano nemmeno gli itinerari escursionistici e le vie alpinistiche anche invernali e sono possibili lunghe traversate verso gli altri rifugi apuani, come il rifugio Città di Massa, il rifugio Rossi, l'Albergo Alto Matanna e il rifugio Forte dei Marmi.
Da non perdere anche le escursioni negli antichi paesi di Col di Favilla, Puntato e Campanice, zone d'alpeggio ormai abbandonate. Poco distanti dal paese il caratteristico Mulino del Frate e la cascata dell'Acqua Pendente, visibile anche dal cimitero del borgo. Nei pressi del mulino un bellissimo ponte romanico, perfettamente restaurato.