La nostra amata Versilia sta per tornare alla ribalta nazionale. Questione di pochi mesi e una grande produzione di mamma Rai ripercorrerà, attraverso documenti di archivio e interviste inedite, la vita di Sergio Bernardini, forse il più grande impresario italiano di tutti i tempi, e delle sue straordinarie creature, Bussola, Bussolotto e Bussoladomani.
L'operazione Amarcord è ufficialmente scattata. La Bussola di Sergio Bernardini, e con lei la Versilia degli anni ruggenti, rivivrà in un docufilm prodotto da Rai Cinema con il contributo di Rai Lux.
SOLDANI E BERNARDINI, AL LAVORO PER RACCONTARE IL MITO
Un progetto ancora top secret, ma che si preannuncia in grande stile. La macchina organizzativa, diretta da Andrea Soldani, regista ed autore televisivo di successo, e Mario Bernardini, uno dei figli del Re della Bussola, è già in motoPer adesso solo poche indiscrezioni. Da quel che trapela, il docufilm dovrebbe esser pronto entro la fine dell'estate e sarà presentato in una cornice d'eccezione alla presenza di alcuni grandi personaggi che hanno fatto la storia di questo locale unico e straordinario.
L'attesa è grande. È la prima volta, infatti, che viene messa in piedi una mega produzione per ricordare Sergio Bernardini, scomparso all'improvviso in una nebbiosa mattina del 2 ottobre 1993, a soli 68 anni, in un incidente stradale sull'Autostrada Torino-Piacenza nei pressi di Asti, mentre si recava a Torino al matrimonio di un nipote.
Una morte beffarda per un personaggio abituato ad andare sempre a cento all'ora e capace di trasformare un locale da ballo in un'autentica icona della musica leggera durata più di trent'anni. Gli anni ruggenti della Versilia, appunto, quando di casa c'erano i più grandi artisti del mondo dello spettacolo nazionale e internazionale. Alcuni nomi? Se giochiamo in casa diciamo Fabrizio De André, Mina, Adriano Celentano, Luciano Tajoli, Fred Bongusto, Milva, Mia Martini, Ornella Vanoni, Peppino di Capri. Se invece guardiamo all'estero ecco The Platters, Ray Charles, Wilson Pickett, Tom Jones, Joséphine Baker, Shirley Bassey, Grace Jones.
BUSSOLA, BUSSOLOTTO E BUSSOLADOMANI: DI TUTTO DI PIÙ
Accanto alla Bussola, Bernardini diede vita anche al Bussolotto, locale per vip dedicato alla musica jazz in cui si esibirono più volte, tra gli altri, Romano Mussolini, Chet Baker, João Gilberto e Renato Sellani.
Tutti nomi che sono entrati nella leggenda, perché hanno fatto la storia della musica italiana e internazionale. Bernardini non se ne è fatto sfuggire uno, da impresario scaltro e intelligente qual era. Forse il numero uno, con un grande intuito e pronto a rischiare pur di accaparrarsi il meglio. Fu lui a scoprire il talento di Mina e farla esibire per l'ultima volta dal vivo, il 23 agosto 1978. E fu ancora lui a convincere Fabrizio De André a salire per la prima volta su un palcoscenico.
Lo inseguiva da un anno e dopo continui rifiuti, nel gennaio 1975 fu lo stesso Faber a contattarlo proponendogli un "pacchetto" di cento serate alla cifra monstre di 300 milioni di lire dell'epoca. Prendere o lasciare. Lui incredibilmente accettò e De Andrè si presentò per la prima volta di fronte al pubblico della Bussola il 16 marzo di quell'anno.
Il re della Bussola, come lo definì Mario Luzzato Fegiz sul Corriere il giorno del tragico incidente, è stato imprenditore e impresario di spettacolo come pochi altri. Dal suo cilindro sono usciti il mito della Bussola prima e quello di Bussoladomani poi. Nata nel 1976 nel comune di Lido di Camaiore, ma di fatto a poche centinaia di metri dallo storico locale di Focette, altro non era che una tensostruttura in grado di ospitare il grande pubblico per una serie di concerti che hanno fatto epoca.
Nel primo anno Bussoladomani fu aperta solo per i mesi di luglio, agosto e i primi giorni del mese di settembre. Più lungo il periodo del 1977 allorché vi furono numerose esibizioni teatrali dal mese di maggio fino all'estate. Fu qui che nell'estate del 1978 Mina diede il suo addio alle scene con una serie di concerti live. E tantissime sono state le altre icone targate anni '80: Barry White, Liza Minnelli, Frank Zappa, Renato Zero, Mike Oldfield, Joe Cocker, James Brown, Dionne Warwick Gilbert Bécaud, Rockets, e artisti allora emergenti quali Gianna Nannini, Alberto Fortis, Marco Ferradini e Vasco Rossi.
L'APPELLO SUI SOCIAL: CHI HA FILMATI O STORIE SI FACCIA AVANTI
Da qualche mese è cominciata la caccia a testimonianze, foto inedite, filmini in super8 o semplici racconti che possano testimoniare un'epoca assolutamente irripetibile. Come, ad esempio, la storica inaugurazione del 4 giugno 1955 alla presenza del grande Renato Carosone.
Poco o nulla trapela sulla struttura del docufilm che, assicurano però gli autori, si annuncia come uno incredibile viaggio nel tempo raccontato dalle immagini storiche ma anche direttamente dalla voce di alcuni personaggi che in quei fantastici 30 anni hanno calcato quei palcoscenici.
Il tam tam sui social è partito. In tanti hanno risposto all'appello lanciato da Soldani per poter fornire materiale o semplicemente ricordi personali di quegli anni. In fondo, l'epopea creata da Sergio Bernardini ha attraversato più generazioni: da chi ha vissuto gli esordi a cavallo fra gli anni '50 e '60 a coloro che invece l'hanno percorsa più avanti, negli anni più recenti che vanno dal 1978 alla fine degli anni ottanta.
Non appena questa rievocazione uscirà sul piccolo o grande schermo, saremo dunque in tanti a fare un salto nel tempo e sfogliare l'album dei ricordi: che si chiamino Renato Carosone (1955), Fred Bongusto (1960), Mina (1968), Fabrizio de André (1975), Liza Minnelli (1978), Renato Zero (1981), Vasco Rossi (1983),
Miti che hanno attraversato la storia della musica: a ognuno il suo.
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