Pietrasanta, la leggenda del Palazzo dei Conigli

di Ilaria Burgassi e Gioele Poli

Non ricordo la prima volta che vidi Pietrasanta, forse non ricordo nemmeno l’ultima volta che ho passeggiato per le sue stradine. Una città che ti entra dentro, mescolando sapientemente le fotografie che puoi avere di lei e dando vita a un ritratto dalle mille sfaccettature.

Passeggiando per le viuzze alla scoperta di suoni e colori

Pietrasanta è un suono, quello dei passi che nelle sere d’inverno rimbombano ritmicamente per le strette vie silenziose. Ma è anche il suono dei suoi caffè e ristoranti illuminati, da cui in estate provengono musica e risate, delle tazzine la mattina nei bar che si affacciano su Piazza Duomo, è il chiacchiericcio dei commercianti che si preparano ad aprire le serrande dei loro negozi.

Se chiudo gli occhi, Pietrasanta diventa anche colori. Il rosso inconfondibile della torre campanaria, unica nota a sorpresa in una piazza dove il bianco del marmo la fa da padrone. Il verde nascosto nel chiostro adiacente al Museo dei Bozzetti, da cui si accede passando attraverso la chiesa sconsacrata di Sant’Agostino, ma anche il grigio e il marrone della pietra che caratterizza le case e le strette vie dove è bello perdersi girando senza meta.

Pietrasanta, con i suoi ristorantini e i suoi locali, è il luogo dove senti il bisogno di rifugiarti nelle serate estive, quando il sole della costa si è fatto troppo caldo. Ma è anche il luogo dove andare quando si ha il bisogno di immergersi nell’arte: ogni angolo nasconde una galleria in cui ogni artista, anche quello meno conosciuto, può raccontare sé stesso perché qui è così, ognuno trova il suo spazio in una città che sa sempre cambiare faccia.

Lo capisci dalla Piazza, sempre pronta ad accogliere i modi di esprimersi più vari passando da installazioni irriverenti a sculture quasi classiche. Lo afferri quando entri in un negozio di antiquariato e ti accorgi che dentro nasconde una libreria fornitissima o quando dopo uno shopping compulsivo tra le boutique di Via di Mezzo ti imbatti in botteghe che sembrano rimaste ferme nel tempo ma che ancora oggi hanno un fascino irresistibile.

La Sala del Coniglio, luogo magico e poco conosciuto

Quando sei qui capisci perché i suoi abitanti la chiamano, quasi scherzosamente, la piccola Atene: a Pietrasanta c’è un mondo fatto di arte e storia, con un racconto che urla silenziosamente per essere tramandato e che si nasconde dietro ogni portone del centro. Accanto agli edifici più noti e ammirati dalla maggior parte di coloro che transitano per la città, sempre partendo dalla Piazza del Duomo, in angolo con via del Marzocco e vicino a Palazzo Carli, si trova una particolare sala detta “del coniglio”, uno dei luoghi più antichi ma meno conosciuti, riconoscibile dal caratteristico citofono che raffigura, appunto, un coniglio.

Il citofono del palazzo con la figura del coniglio

La leggenda narra che il nome ormai familiarmente usato di Palazzo del Coniglio, abbia origine da un fatto curioso accaduto durante uno dei numerosi balli in maschera che la famiglia dei conti Tomei Albiani, nobili proprietari dell’edificio e discendenti degli antichi feudatari che governavano la Versilia, erano soliti dare. Un intraprendente coniglio bianco, probabilmente salito dalle scuderie approfittando di una porta lasciata incautamente aperta, salì al piano superiore tra il diletto e lo stupore degli ospiti. Ancora oggi il coniglio si trova nella sala da ballo, pronto ad accogliere i suoi visitatori e a fare da guardiano ai cimeli e agli album di famiglia che ancora contiene.

La sala conserva infatti ancora oggi antichi dipinti, arredi dell’epoca, corone longobarde e abiti settecenteschi, a testimonianza delle origini della famiglia più antica della Versilia.

Quando la principessa russa perse la testa per l'avvocato Pilli

Tra i vari proprietari che negli anni si susseguirono, figura anche un’eccentrica principessa russa, Gabriella Kourtsch De Sotova Sevrouk, che, nella prima metà del Novecento, si innamorò ricambiata dell’avvocato Nello Pilli, discendente della famiglia Tomei. Gabriella divorziò dall’allora marito, cosa già fuori dagli schemi per l’epoca, visse fino a 103 anni in Versilia e fu anche una delle prime donne, intorno al 1910, a farsi vedere in costume sulla spiaggia.

L’ultimo proprietario di Palazzo del Coniglio decise nel 1977 di mettere in vendita l’intero edificio, ricavandone degli appartamenti, uno dei quali, proprio quello del salone delle feste, venne acquistato da Marcello Chiappa, ultimo erede della famiglia Tomei Albiani Carli con l’intenzione di preservarlo. Alla morte, per suo testamento, il palazzo è divenuto proprietà del comune di Pietrasanta e viene aperto al pubblico ogni anno, in occasione della festa di S. Biagio. Con tanto di coniglio bianco, pronto ad accogliere nuovamente i visitatori!

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