Pietrasanta centro di arte e cultura tra storia e leggende
Di Katia Corfini
La leggenda del campanile
C’è un luogo nel cuore della Piccola Atene che lascia senza fiato. Passeggiando nel centro storico di Pietrasanta ci troviamo di fronte alla straordinaria visione del campanile del Duomo, con una pianta a base quadrata e mattoni a vista, anche se il progetto originario prevedeva un rivestimento in marmo, mai completato.
Ed è qui che sono racchiuse le origini di questa unica città d’arte. Il campanile si eleva fino a trentasei metri di altezza stagliandosi nel cielo versiliese. La sua realizzazione è frutto di una geniale sapienza costruttiva che cela un’invenzione architettonica di straordinaria complessità geometrica. Affacciandosi al suo interno restiamo incantati con la testa all’insù ad ammirare la grandiosa scala elicoidale autoportante, anch’essa in mattoni, che sale fino alla cella campanaria con tre avvitamenti ed un centinaio di gradini. La canna vuota del vano scala riproduce una colonna d’aria che ricalca le dimensioni della Colonna Traiana dei Fori Imperiali. Un incredibile riutilizzo dell’arte edificatoria dell’antica Roma.
Approfonditi studi attribuirebbero al grande Michelangelo Buonarroti la paternità di questa opera e non al suo assistente Donato Benti. Dal libro più antico del saldi dell’Opera si evince che il 13 luglio 1519 il campanile fu completato. Nessuno era esperto di marmi, in quell’inizio di Cinquecento più di Buonarroti. Michelangelo difatti soggiornò a Pietrasanta tra il 1516 ed il 1520 per l’apertura delle locali cave in concorrenza con il millenario bacino marmifero di Carrara sotto il pontificato di papa Leone X figlio di Lorenzo il Magnifico Medici. A testimonianza dell’annessione fiorentina a pochi passi dal campanile troviamo la fonte e la statua raffigurante il “Marzocco”, il leone simbolo della Repubblica di Firenze.
Pietrasanta, l’origine di un nome
Spiegare con poche parole la storia, la bellezza e l’energia racchiuse in Pietrasanta è impresa ardua. Ma partiamo dal suo nome. In realtà non vi si nasconde una pietra particolare. Questa deliziosa cittadina trae origine dal suo fondatore, il nobile Messer Guiscardo da Pietrasanta. Sicuramente le ha portato fortuna perché ha santificato molte “pietre” che adornano dimore e piazze in tutto il mondo. Pietre, sapientemente lavorate e scolpite da artisti di fama internazionale.
Messer Guiscardo, appartenente ad una famiglia aristocratica milanese, viene catturato nel 1247 insieme agli zii, da armati genovesi a Porto Venere. Scambiato con prigionieri Genovesi rientra a Milano. Seguono una serie di incarichi come Podestà in varie città, ma è quando fu inviato a Lucca che, grazie a lui, nel 1255, nasce Pietrasanta.
Il centro storico oggi, un museo a cielo aperto
Pietrasanta possiede la più alta concentrazione di spazi espositivi non solo d’Italia, ma del mondo. Tantissimi gli artisti, impossibile elencarli tutti.
Avvicinandoci al centro abitato si comincia a percepire il forte legame che l’antico borgo ha con la sua storia, ma soprattutto è facile capire perché Pietrasanta sia considerata la città della cultura all’aria aperta. Entriamo in piazza del Duomo varcando l’arco di Porta a Pisa, attiguo alla Rocchetta Arrighina del 1324. Ci sediamo in uno dei caratteristici bar storici della piazza, percepiamo la città che vive, ascoltando voci gioiose. Ci lasciamo abbagliare dal candore del bianco Duomo che risale alla metà del 200. Mentre ci sentiamo osservati dalla Statua di Leopoldo II, Granduca di Toscana, poco più in là c’è il teatro sotto i giardini della Lumaca. Ci giriamo ancora e a pochi passi vediamo il Palazzo Moroni, sede del Museo Archeologico versiliese.
La Chiesa di Sant’Agostino, poco distante, risale al XIV secolo. Il suo spazio interno è utilizzato per mostre temporanee essendo sospesa al culto. Lo sguardo va all’opera in bronzo che ne cambia la facciata “L’annunciazione” donata dallo scultore Igor Mitoraji. Dalla Chiesa di Sant’Agostino si accede al chiostro, con il suo Museo dei Bozzetti. 700 bozzetti di sculture di oltre 350 artisti che hanno scelto la piccola Atene per la realizzazione delle proprie opere.
Ideale prosecuzione all'aperto del Museo dei Bozzetti è il “Parco Internazionale della Scultura Contemporanea”. Un vero e proprio museo a cielo aperto che valorizza il paesaggio urbano. Composto da circa ottanta opere che dal centro della città si estende fino alla sua Marina e le sue frazioni di Strettoia, Vallecchia e Capezzano Monte forgiando il legame che gli artisti hanno da sempre con la città.
Lasciamo il centro con un forte desiderio di tornarci. Salutiamo il “ Il Guerriero” in bronzo, l’opera dell’artista Fernando Botero. C’è poi la sensazione che dietro l’angolo del campanile la storia ci osservi, chissà che sia lo sguardo di Leonardo o di Michelangelo. Fatto sta che tutto diviene familiare. A tutti voi benvenuti nella città dell’arte dove ogni sogno è possibile scolpirlo nel marmo, nel bronzo e soprattutto nel cuore.
Testi ed immagini tratti dall'archivio storico di Katia Corfini residente del luogo
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